
💡 I cani da tartufo devono essere concentrati sul tartufo. Questo è chiaro, ma come si insegna loro a farlo?
❌ Abituarli a ignorare odori "invasivi" è davvero utile?
Un cane da caccia efficace non si attiva su piume o escrementi, ma sul fiato della preda viva, come conferma l’etogramma della sequenza predatoria. Secondo Coppinger e gli studi etologici, questa sequenza include fasi precise:
Ricerca (esplorazione olfattiva/visiva),
Approccio (stalking o pointing),
Inseguimento,
Cattura,
Morso (con funzioni specifiche: valutazione, uccisione, riporto).
Forzare il cane a ignorare stimoli “superflui” può generare confusione. Come evidenziato dalle ricerche, l’inibizione non rafforza la concentrazione: il cane percepisce tutti gli odori contemporaneamente, e focalizzarsi sul “NO!” rischia di aumentare l’arousal (stato di eccitazione elevata), portando a iperattività, movimento, vocalizzazioni o per alcuni soggetti persino aggressività.

📖 La scienza lo conferma
I cani distinguono tra prede vive e oggetti inanimati grazie a differenze genetiche ereditarie. Uno studio su 14.000 cani di 101 razze ha dimostrato che tratti come l’inseguimento (chasing) hanno un’elevata ereditabilità, legata a geni espressi nel cervello. Questo spiega perché un Jack Russell (selezionato per la caccia in tana) sia naturalmente interessato ai topi, mentre un Malinois (con istinto di guardia e conduzione) possa distrarsi con animali da fattoria.
🔴 Il problema non è eliminare gli odori, ma insegnare la priorità
L’addestramento efficace non si basa su correzioni, ma sulla costruzione di comportamenti spontanei, automatici. Come sottolineano gli etologi, il comportamento predatorio è istintivo e in un attività di ricerca è decisamente svantaggioso sopprimerlo.
Inoltre talvolta punire un cane “testardo” può innescare un effetto rebound: per ripicca, intensifica i comportamenti indesiderati.
✅ La soluzione? Lavorare sulle emozioni e sulla motivazione
Regolare il livello di difficoltà: partire da contesti privi di distrazioni, aumentando gradualmente la complessità.
Confermare i successi: gratificare immediatamente con un “bravo!” e premi quando il cane trova il tartufo.
Canalizzare l’istinto: trasformare la ricerca del tartufo in un’alternativa gratificante alla sequenza predatoria naturale.
🐾 Esperienza pratica e scienza
Con Jessie, in una tartufaia accanto agli asini, ho evitato correzioni. Attendendo pazientemente il suo successo e confermandolo, ho sfruttato il principio della “canalizzazione dell’arousal”: ridurre lo stress e aumentare la motivazione intrinseca. Come dimostrato dagli studi sulla performance cognitiva, razze con forte predatorio apprendono più rapidamente compiti guidati dall’uomo se motivati correttamente.
⚠️ Attenzione all’impatto ambientale
I cani non addestrati possono disturbare la fauna selvatica, come evidenziato dagli studi in Tasmania. Un addestramento mirato non solo migliora l’efficienza, ma riduce i danni ecologici.
🔥 Perché alcuni metodi falliscono?
Se il cane torna ai problemi iniziali, spesso è perché l’addestramento ha agito sull’inibizione, non sulla motivazione. La scienza ribadisce: il comportamento duraturo nasce dalla volontà del cane, non dalla coercizione.
🔥 Quindi smettiamola di urlare "NO!"
su una cacca in bottiglia piazzata artificialmente da un umano, o sgridare il cane perché si interessa a una gallina, sperando che così ignori il fagiano.
La scienza è chiara: il cane non generalizza gli stimoli come vorremmo. Un “NO!” sulla piuma non lo aiuterà a ignorare il fagiano, perché per lui sono due contesti diversi. Anzi, rischiamo di trasformare quegli odori “proibiti” in un gioco provocatorio, alimentando l’arousal e la frustrazione.
Il segreto? Lavorare con la sua natura, non contro. Se un Malinois fatica a ignorare le pecore, non è disobbedienza: è genetica (razza selezionata per la conduzione di gregge!). Se un Jack Russell cerca topi, non è distrazione: è il suo DNA da cane da tana.
La risposta non è correggere, ma costruire una motivazione più forte del suo istinto. Perché quando un cane vuole trovare il tartufo, non ha bisogno di divieti: sarà lui a scegliere di ignorare tutto il resto.
Ad avvalorare il mio pensiero:
Nelle immagini che seguono vedete Olga, la cagna della mia amica e collega istruttrice Chiara Pollastri di Tartufi & Mirtilli.
In ferma su quaglia ed a tartufo estivo.
Voi continuate pure a dire NO sulle cacche in bottiglia, non siete obbligati a fare ciò che vi consiglio.